Mi presento

La mia foto
BRESSO, milano, Italy
Ciao sono Patrizia e sono operatrice del benessere e consulente di prodotti naturali. Perchè ho scelto di curarmi e aiutare a curarsi con prodotti naturali? Perché so che nella natura c'è la risposta ad ogni nostra esigenza. In questo blog parlerò di questi prodotti e di come farne uso per ottenere il massimo con il minimo sforzo in modo del tutto NATURALE e spiegherò le proprietà delle principali piante e di come usare i prodotti naturali sia per il benessere che per il bellessere.... spero di aver partecipazione, curiosità da soddisfare e perchè no, consigli su come curarsi in modo naturale al 100%....

sabato 14 maggio 2011

Se si suona da piccoli, da grandi farà bene al cervello


Uno studio americano dimostra che le lezioni prese da bambini aiutano ad affrontare l'invecchiamento

Le lezioni fanno bene
Le lezioni fanno bene
MILANO- Le tante lezioni di musica prese per imparare a suonare il pianoforte o la chitarra, a volte imposte dai genitori durante l'infanzia, in realtà producono i loro benefici a distanza di anni. Non nel senso che diventano tutti dei musicisti da orchestra, ma che il cervello si mantiene più sveglia e attiva con l'invecchiamento.

LO STUDIO Sono i risultati di uno studio dell'American Psychological Association pubblicato sulla rivista «Neuropsychology». I ricercatori hanno studiato 70 adulti sani, tra i 60 e 83 anni, dividendoli in gruppi a seconda del livello di esperienza musicale. Il risultato è stato che i musicisti hanno eseguito meglio i vari test cognitivi rispetto a quelli che non hanno mai imparato a suonare uno strumento o a leggere la musica. «L'attività musicale durante la vita funziona da esercizio cognitivo - spiega Brenda Hanna-Pladdy, coordinatrice dello studio - mantenendo il cervello in forma e in grado di affrontare le sfide dell'invecchiamento. Poiché lo studio di uno strumento richiede anni di pratica e apprendimento, può creare delle connessioni alternative nel cervello che compensano il declino cognitivo della vecchiaia».



AMATORI
Tutti i musicisti studiati erano amatori, che avevano iniziato a suonare uno strumento all'età di 10 anni e hanno continuato per almeno 10 anni. Più della metà suonava il pianoforte mentre un quarto strumenti a fiato, come flauto o clarinetto, pochi percussioni e ottoni. Quelli che avevano studiato più a lungo hanno ottenuto i migliori risultati ai test cognitivi, seguiti dai musicisti di più basso livello e da chi non ha mai studiato musica, rivelando un trend proporzionale agli anni di pratica musicale. In particolare i musicisti di alto livello hanno ottenuto punteggi molto più alti dei non mucisti per la memoria videospaziale, i nomi degli oggetti, la flessibilità cognitiva e la capacità di adattarsi a nuove informazioni. Non sembra invece che faccia differenza il continuare a suonare lo strumento o meno per tutta la vita. «Il che suggerisce - conclude - che la durata degli studi musicali è più importante che il continuare a suonare a un livello avanzato». (Fonte: Ansa).

Nessun commento:

Posta un commento